raccogliamo qui le recensioni delle persone che hanno letto il libro.

7 marzo 2020
Stelvio Mestrovic
Il meglio del meglio della Musica, della Critica e della Storia Musicale che abbiamo oggi in Italia. Grazie, Luca e grazie, Anna.

30 gennaio 2020
Giovanni P.
Due GRANDI che possono davvero dimostrare scientificamente il contrario della superiorità della “razza in musica”.

28 dicembre 2019
Pierangelo R.
Grazie per la nobile generosità con cui applicate le vostre doti a beneficio di quanti amano la musica e la verità storica.

21 dicembre 2019
Remo B.
Per apprezzare il loro lavoro dovete leggere i libri, che hanno rivoluzionato teorie e principi relativi al compositore di Salisburgo e più in generale alla musica austro-tedesca (e italiana).

29 marzo 2017
Adriano B.
Dopo la diffidenza iniziale mi sono dovuto ricredere. Libro illuminante, che ha anche il merito di far riscoprire il mondo musicale ricchissimo e sottovalutato contemporaneo a Mozart.

18 gennaio 2017
Giorgio S.

I “nuovi Sgarbi della musicologia”?
Mozartlacadutadeglidei
Riportiamo semplicemente quel che dicono di noi. Ci hanno chiamato, chi “picconatori”, chi “nuovi Sgarbi della musicologia”, chi i nuovi Biglino, chissà perché.
Luca F.
La “picconatura” non c’entra nulla, il motivo è piuttosto da cercare in una delle battaglie di Sgarbi, ossia la prosecuzione del pensiero di R. Longhi che identificò nella Padanìa uno dei centri dell’arte come contraltare di quella rinascimentale Fiorentina riscoprendo di conseguenza Caravaggio. Così Sgarbi sta cercando di fare tutt’oggi e se si leggono i suoi libri si nota che pone in continuazione l’attenzione su autori assolutamente meritevoli che la storia del potere dominante ha volutamente escluso. Le motivazioni di tali scelte poi sono un capitolo a parte e non meno interessante.
Mozartlacadutadeglidei
Ha ragione: è un aspetto molto positivo, che spiegherebbe il perché a qualcuno sia venuto in mente di chiamarci i “nuovi Sgarbi della musicologia”.

4 giugno 2016
Mauro

Consiglio vivamente la lettura a mozartiani e non. Gli autori scrivono in modo avvincente e comprensibile e quel che dicono è ben documentato. Finalmente una biografia di Mozart realistica, che la smette con le continue lodi e che mi racconta i fatti per quello che sono. Era ora!

5 giugno 2016
Mario C.
Ho finalmente ricevuto e letto il primo volume di Mozart La caduta degli dei. Aspetto con ansia l’uscita del secondo. Il suo è un lavoro competente, dettagliato e documentato me ne complimento. Mi complimento anche per l’attività che conducete per una migliore conoscenza della musica italiana.

6 giugno 2016
Gianni
Un libro che mi ha entusiasmato, perché è scritto bene. Il testo si legge volentieri e non è mai troppo difficile. Ha subito catturato la mia attenzione. Il contenuto è proprio originale e mi ha convinto. Mozart alla fine del libro non sembra più lui. La conclusione è sorprendente e il bello è che a questo volume ne dovrà seguire un altro, a detta degli autori. Ci sono tanti esempi, soprattutto molte citazioni. Mozart risulta un musicista che ha del talento ma non un compositore prodigio, come mostrano bene i due autori, e molte musiche che gli sono attribuite non sono sue. Sono molto contento di aver comprato questo volume, finalmente qualcosa di nuovo e di controcorrente.

10 giugno 2016
Andrea P.
Superlativo lavoro, assolutamente consigliato per chi vuole avere uno sguardo completo non solo su Mozart ma anche su tutto ciò che è orbitato attorno a lui

30 giugno 2016
Giuliano D.
tra una cosa e l’altra… tra un impegno e l’altro … quasi giornalmente mi leggo delle pagine… come se avessi paura di concludere troppo presto il libro …come se volessi aspettare l’arrivo della seconda parte …. ormai la mia attenzione è rivolta a leggere solo quello che mi interessa …. ho selezionato …. e il Vostro libro è entrato nella selezione …. ciao e grazie per avermi dato l’occasione di passare alcune ore importanti

22 agosto 2016
Anna
Ho comprato da poco e sto leggendo La caduta degli dei e mi sta appassionando molto.

29 settembre 2016
Domenico T.
Lo chiamo “anti-mozartismo”, ma non è una corrente contro il musicista Wolfgang. è piuttosto un atto di giustizia contro una corrente musicologica che da due secoli e mezzo ha avuto in “mozart” un’etichetta, una vera e propria icona e brand incarna il potere politico austro-tedesco dalla fine del ‘700 alla caduta del Terzo Reich. Wolfgang non ne ha colpa, ma a nome suo, sotto l’etichetta del mito, del bambino prodigio, del musicista infallibile, sono stati raccolti e raffazzonati nei secoli centinaia di brani non suoi, che gli editori di tutti i tempi hanno utilizzato volentieri per vendere un prodotto che a nome altrui non avrebbe suscitato alcun interesse. gli autori di questo libro, seguendo le orme di altri prima di loro e di altri colleghi in giro per il mondo, propongono in questo volume un compendio dettagliatissimo di fonti ed esempi che dimostrano come dietro il nome di Wolfgang Amadeus mozart ci sia poco più di un progetto di marketing iniziato con il padre Leopold e portato avanti dalla vedova, complici gli editori e tutti i musicologi che negli anni successivi hanno potuto dar lustro al proprio nome affiancandolo a quello di mozart. il libro non è una lettura da spiaggia e sovente cade in un eccesso di dettaglio, con alcuni capitoli davvero massicci e tutto sommato poco interessanti, ma ha sicuramente il grande pregio di essere una biblioteca completa sull’argomento. forse gli autori godono un po’ eccessivamente a rivelare le debolezze di mozart, ma i punti di vista sono personali e non inficiano la qualità del testo. un libro sicuramente raccomandato a musicisti e appassionati che vogliono avere una visione alternativa, coraggiosa e documentalmente fondata dell’epoca di mozart.

8 ottobre 2016
Massimo D.
Libro storico in tutta la musicologia; l’opera dei due Autori procede corretta senza premeditata ‘umiliazione’ del grande Mozart: i fatti documentati sono fatti, e bisogna prenderne atto, a partire dalla personalità ‘truffaldina’, direi innata, del padre Leopold, che potrebbe verosimilmente avere influenzato il ‘divin figliolo’; perciò è credibile che anche la grande Jupiter sia un lavoro non tutto mozartiano, non certo per il bellissimo tema di Gluck, che in questa sinfonia è portato in tutt’altro contesto (si ascolti anche la sublime ‘acqua’ del famoso terzetto dell’addio in ‘Così fan tutte’ quasi uguale a l’eccellente l’acqua’ di Cimarosa, come spiegato benissimo dal maestro Muti), quanto per la firma di Mozart sovrapposta a quella di Andrea Lucchesi; pertanto rimango in attesa del secondo volume di questi splendidi musicologi italiani per ‘divorarlo’, come sto divorando’ questo primo.

16 ottobre 2016
Anna
Congratulazioni per il libro che ho letto e che mi piace. Bravi 🙂

19 ottobre 2016
Carlo T.
Buongiorno Luca ed Anna , libro fantastico e documentatissimo che si legge come un romanzo giallo. Quando esce la seconda parte?

25 ottobre 2016
Giovanni S.
La Germania continua a fare non pochi danni a quanto pare! Il libro, attraverso la ricerca scientifica, mostra dei fatti oggettivi a livello storico, compositivo e musicologico. Ognuno è libero d scegliere una strada e di seguirla ma bisogna prendere atto di quella che è stata la storia reale, ben diversa da quella che conosciamo. Ho ascoltato tutte le interviste e sto leggendo il libro: è difficile dire “con due battute del Requiem smonto il vostro libro” o “Mozart è tutto genio”. Le interviste e il libro, di approccio scientifico, sono un ottimo lavoro. Complimenti e grazie agli autori

26 ottobre 2016
Giovanni
Ottimo! Avete fatto davvero un grande lavoro!

31 ottobre 2016
Cliente Amazon
Un testo davvero interessante su Mozart.
Una biografia critica che argomenta in maniera giusta ed approfondita, citando tutte le fonti usate.

28 novembre 2016
Leonardo P.
Sto leggendo il primo volume, davvero complimenti per il lavoro! Da musicista e appassionato di storia non posso che apprezzare grandemente un simile sforzo “revisionista” (in senso positivo, chiaro!)

2 novembre 2016
Carlo B.
Credo che sia interessante e importante che si continui a fare ricerca e revisione storica ma altrettanto importante poter ascoltare tutto quello che di meraviglioso il mondo della musica con i vari autori del passato ci ha lasciato.

6 novembre 2016
Guido T.
Il libro è un capolavoro. Ben scritto ma soprattutto ben documentato… Prima di sparare enormità neoromantiche in merito alla “genialità” di Mozart o in merito alle vostre anime che tramite il salisburghese riuscirebbero a mettersi in contatto col trascendente, siete pregati di leggere almeno un paio di capitoli di questo libro o di frequentare un corso di “storia della storiografia musicale”.

6 novembre 2016
Roberto D.
Molto bello e rivelatore questo primo volume, si legge tutto d’un fiato tanto è la sorpresa di scoprire quanta leggenda sia stata costruita (non per colpa sua) attorno al musicista, mi chiedo se la seconda parte uscirà in tempo per i regali di Natale…

29 novembre 2016
Cliente Amazon
Un bel libro su Mozart, con tanti riferimenti e molte novità. Lo consiglio a tutti coloro che, come me, vogliono sapere qualcosa in più sull’argomento!

30 novembre 2016
Marcello P.
Finalmente possiamo leggere la prima parte del monumentale lavoro di Bianchini e Trombetta. Le sorprese abbondano, ma ogni affermazione, anche la più inaspettata, appare corredata di note sulle fonti. Ne emerge una conoscenza pressoché totale della saggistica in materia, letta nelle varie lingue originali. La biografia di Mozart ha sempre avuto l’aspetto di una favola, e questo lavoro è il più lontano dal leggendario e dall’agiografico che mai sia stato scritto. Alcune ricostruzioni di eventi — come l’esame di padre Martini — sono non soltanto condotte sulle fonti, ma logicamente solide, e seguono gli eventi come in un sorta di radiocronaca. I risultati potranno urtare alcune sensibilità, ma d’altra parte il progresso della conoscenza non passa certo per la conferma automatica delle posizioni del passato. Infine, cosa che non dispiace affatto, la prosa è chiara e la lettura gradevole.

30 novembre 2016
Luca S.
E’ stata davvero una scoperta questo libro!
Incredibilmente approfondito ed esaustivo una visione moderna e completa di un autore già famoso.

30 novembre 2016
Simone F.
Da amante della storia, in generale quella dell’area germanica, ho apprezzato questo volume, complimenti agli scrittori, aspettiamo il secondo volume.

2 dicembre 2016
Daniele F.
Riscrivere la storia ogni volta, ricontrollando le fonti, è il dovere di ogni storico, non è una novità. Il lavoro di Luca Bianchini e Anna Trombetta ne è una dimostrazione. La dettagliata ricerca e citazione puntuale delle fonti consente loro, con successo, di ripercorrere un cammino per troppo tempo dato per già battuto, noto, scontato e immodificabile: l’agiografia mozartiana, il mito del ‘genio musicale’ e il ‘classicismo viennese’. Grazie a loro questo percorso si svela più tortuoso, complesso, lacunoso e ideologicamente orientato da una musicologia germanocentrica nata nell’800 (come tutte le altre discipline di ricerca storica, del resto) che ha, più che ricostruire Storia, inventato miti: dalla ‘Grecità Classica’ al mito ‘ariano’. Fra questi il mito del’ classicismo viennese’. Attendo con ansioso appetito il Secondo Volume del loro stupendo lavoro

6 dicembre 2016
Giuseppe D.
Ho quasi finito il vostro libro. Che dire, sono frastornato e affascinato. Il titolo è perfettamente appropriato. Non posso che congratularmi con voi per il fantastico, documentato, ciclopico e soprattutto coraggioso lavoro che avete portato a termine e aspetto con impazienza il secondo volume. Dopo la lettura nulla sarà come prima, ma soprattutto gli dei caduti nella polvere, per me, sono stati nomi importanti come Basso e andando molto indietro nel tempo all’epoca della mia formazione, Mila!
Avevo paura a riascoltare musica di Mozart, ma fattomi coraggio ho ricominciato ad ascoltare quella che per me è sempre stata la musica del cuore e non l’ho trovata cambiata. Meno male! Anzi, la figura di Mozart ai miei occhi si è di molto elevata e umanamente lo sento molto più vicino, mentre studia e soffre e si affatica e crea. In una parola, sperimenta la durezza della vita e dello studio e non è oggetto di alcun regalo gratuito da parte degli dei. La prego di scusarmi per la lunghezza, ma per me le prime notizie sul vostro lavoro sono state veramente scioccanti. C’è un aspetto però che mi lascia perplesso ed è quello che mi pare di cogliere sulla completa sfiducia che dimostrate sulla ’”oralità” della musica, sulla possibililtà e sulla qualità della musica “improvvisata”. Io per esperienza personale la ritengo pienamente possibile e attuabile, anche ad alti livelli. In fondo il “rem tene verba sequentur” vale anche per la musica. O no?
Comunque, grazie per il vostro lavoro e tanti auguri per una diffusione che però vedo difficile e contrastata, ma mi sembra che il coraggio non vi manchi!

9 dicembre 2016
Cliente Amazon
Libro interessante, ma non aggiunge nulla a ciò che si sapeva sulla biografia di Mozart (almeno quelle aggiornate tedesche o inglesi). Una ottima operazione di marketing senza editore (è autoprodotto), rimane comunque un utile strumento per il deserto italiano ancorato alla mitizzazione tedesca del compositore, ai luoghi comuni che affascinano il lettore medio e non necessariamente musicologo e che qui si imbatte in un libro divulgativo. In Italia siamo sempre indietro, le musicologia all’estero ha già smentito numerosi falsi storici che qui vengono riportati (ma non sono novità, come viene più volte riportato in trasmissioni radiofoniche).

16 dicembre 2016
Cettina D.
Ho acquistato il testo che sto leggendo lo trovo interessante anche se mette in luce un nuovo Mozart che è differente da quello dell’immaginario collettivo.

19 dicembre 2016
Stefano Z.
Dopo le prime 50 pagine posso dire che è un libro straordinario, che si legge con avidità, impeccabile sul piano documentario. Quello che sconcerta è che Bianchini e Trombetta divulgano cose che gli specialisti sanno da tempo ma che si guardano bene dal rendere di ampia circolazione (vedi le tante fonti accademiche a cui attingono). Solo il capitolo sulla presunta “scuola di Vienna” vale l’acquisto. Un libro destinato a fare storia. E chi non l’ha letto farebbe bene a evitare commenti fuori luogo: la prassi di giudicare senza conoscere è dannosa per tutti, compreso Mozart.

23 dicembre 2016
Stefano
Il libro è colmo di idee. Il capitolo iniziale sulla presunta scuola di Vienna è magnifico e permette ai non specialisti come il sottoscritto di scoprire delle perle cancellate dalle storie della musica. Ad esempio Étienne Méhul: ascoltate la Prima sinfonia, in particolare il terzo e quarto movimento, che sono all’altezza delle cose più belle e famose del primo ottocento, senza contare che suonano uguali a Beethoven.

24 dicembre 2016
Pino D.
Credo che se non si legge il libro,si rischia solo di fare commenti a vanvera o pregiudizievoli. Mozart ne uscirà sempre Mozart alla fine,ma più giusto e penso che anche lui stesso guardandosi dietro questa lente di ingrandimento apprezzerebbe e si rispecchierebbe.

29 dicembre 2016
Cliente Amazon
Biografia mozartiana illuminante sotto innumerevoli aspetti, alcuni dei quali a me già noti, tutti descritti e riferiti sulla base di una grande quantità di fonti.

1 gennaio 2017
Stefano Z.
Un libro che sconvolge la visione tradizionale che abbiano di Mozart e della sua musica. Lungi dal voler demolire il mito a tutti i costi, i due autori mettono in fila una serie di fatti ben noti agli specialisti ma ignoti al grande pubblico e, soprattutto, volutamente ignorati dall’industria culturale. oltre ad una nuova e più realistica immagine di Mozart, ne esce una visione più ricca delle pratiche musicali del Settecento. Libro accessibile a tutti – salvo qualche pagina più tecnica, che il non specialista può tranquillamente saltare -, di godibile leggibilità, tocca nei primi capitoli sulla nascita del concetto di classicismo viennese e sulla nascita del mito mozartiano uno dei punti più alti.

8 gennaio 2017
Mario B.
vogliamo la seconda parteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!

10 gennaio 2017
Christian F.
Acquistato e letto. Consigliato vivamente.

11 gennaio 2017
Z.
Finalmente l’ho finito. Divorato, più che letto 🙂 Tre osservazioni: 1) La cosa più sconcertante è scoprire che la montagna di fandonie sul povero Mozart sono note da tempo ai musicologi ma nessuno le racconta al grande pubblico. Gli autori, oltre a metterci le loro ricerche, allineano tutte le criticità ben note sulla figura e la musica di Mozart. Ben note agli specialisti ma non al pubblico. E si scopre come l’industria culturale (festival, case discografiche, giornalisti ecc) faccia finta di niente davanti a dati non solo inoppugnabili, ma perfino assodati, su plagi, scambi di autori e altre questioni che ridimensionano Mozart (penso all’esame farlocco con Padre Martini, da cui esce eticamente a pezzi anche il venerato contrappuntista) 2) chiunque non abbia letto il libro dovrebbe astenersi dal commentare 3) grazie al libro, si scoprono autori fantastici e svalutati da una musicologia tendenziosa. Personalmente non mi riprendo ancora dalla grandezza delle sinfonie di Myslivecek o dalla Sinfonia in Mib di Anton Eberl. Se il libro avesse un solo merito, basterebbe questo. Infine: l’abbozzo di ritratto del vero Mozart che chiude il volume è commovente.

13 gennaio 2017
Mauro S.
Mi state ferendo al cuore con il vostro libro. Lo sto leggendo a spizzichi perché ogni rivelazione mi delude profondamente! Ovviamente anche io lo consideravo un genio e ho creduto a tutta la retorica che di solito accompagna questi miti! Però devo lodare il vostro lavoro perché intanto si capisce che è accurato, (anche se a volte si coglie un certo compiacimento quando una verità che sembrava assodata viene accortamente messa in dubbio 🙂 ), e poi la verità è sempre bene che salti fuori! Complimenti al vostro lavoro!

15 gennaio 2017
Antonio V.
ho acquistato la prima parte dell’opera e la sto divorando.
Si è un’opera notevole. Se ne sentiva il bisogno. Ho letto Abert e Einstein in inglese ed ora ho un’altra visione anche di questi autori. Grazie. Vi seguirò per la seconda parte.

15 gennaio 2017
Michele A.
Ho letto da più di 4 mesi il vostro primo volume della Caduta degli dei “.
Ho pubblicato lavori scientifici in riviste Internazionali, pertanto mi permetto di dire che so come si espone “scientificamente ” un dato, una teoria.
Mi complimento per il vostro lavoro e per la evidente scientificità.
Molti, erroneamente e senza aver letto il vostro libro, urlano ai quattro venti dicendo che avete cercato di ” colpire” Mozart.
Leggendo il vostro libro non ho minimamente visto diminuire la mia passione per Mozart, ma ho visto finalmente rendere giustizia a molti compositori ritenuti erroneamente dei ” minori”. Ancora complimenti .
Attendo il volume secondo .

17 gennaio 2017
Daniele G.
Ho letto il libro in un attimo, veramente ben documentato e estremamente interessante. Ammetto che inizialmente è stato un pugno nello stomaco, ma poi ho capito che Mozart è stato vittima di un contesto che ha sfruttato il suo nome, infangando così la sua innegabile arte.
Ciò ci restituisce un lato umano che – opinione personale prettamente personale – rende Mozart più vicino agli appassionati di buona musica. Complimenti agli autori!

17 gennaio 2017
Luca F.
La modalità di lettura che mi affascina di più di questa operazione è la smitizzazione al limite del disfacimento della musicologia tedesca. Si intuisce bene come il dominio austroungarico stia condizionando l’ascolto e la visione della musica da 2 secoli. Altro è Mozart sì o no su questo ad es. potremmo fare il confronto tra J.Field irlandese e il mitico Chopin il che riserverebbe sorprese paritetiche a alle sorprese riservate nel libro a Mozart. Buona lettura

18 gennaio 2017
Giorgio S.

I “nuovi Sgarbi della musicologia”?
Mozartlacadutadeglidei
Riportiamo semplicemente quel che dicono di noi. Ci hanno chiamato, chi “picconatori”, chi “nuovi Sgarbi della musicologia”, chi i nuovi Biglino, chissà perché.
Luca F.
La “picconatura” non c’entra nulla, il motivo è piuttosto da cercare in una delle battaglie di Sgarbi, ossia la prosecuzione del pensiero di R. Longhi che identificò nella Padanìa uno dei centri dell’arte come contraltare di quella rinascimentale Fiorentina riscoprendo di conseguenza Caravaggio. Così Sgarbi sta cercando di fare tutt’oggi e se si leggono i suoi libri si nota che pone in continuazione l’attenzione su autori assolutamente meritevoli che la storia del potere dominante ha volutamente escluso. Le motivazioni di tali scelte poi sono un capitolo a parte e non meno interessante.
Mozartlacadutadeglidei
Ha ragione: è un aspetto molto positivo, che spiegherebbe il perché a qualcuno sia venuto in mente di chiamarci i “nuovi Sgarbi della musicologia”.

18 gennaio 2017
Riccardo S.
Gentilissimi, ho comprato il vostro libro e vi scrivo per dirvi che mi è piaciuto molto, letto e divorato in tre giorni, grazie ad una scrittura – passatemi il termine – amica. Ho trovato conferma di tutti quei sospetti avuti durante gli studi di conservatorio, leggendo le stupidaggini sulla infondata supremazia della musica strumentale tedesca, notando l’oblio di tanti autori – rimanendo in Italia penso al ‘700 veneto o napoletano – sbrigativamente relegati al ruolo di comprimari non chiamandosi Vivaldi o Scarlatti. In effetti, più che ridimensionare la figura di Mozart, avete reso giustizia (e penso non sia finita qui) ai tanti autori e autrici depredati del loro genio. Insomma, ghost-writer prima del tempo, disgrazia toccata fino al nostro Castelnuovo Tedesco. Ho pensato al nostro Rossini, alle sue lettere e alla sua misconosciuta produzione pianistica quasi sconfinata e tuttora in corso di riordino, oppure alla clamorosa vicenda Gnecchi che non ha ancora avuto una giusta conclusione. Aspetto il secondo volume.

19 gennaio 2017
Anna M.
Il libro l’ho letto anch’io. Avete svolto una ricerca molto estesa con tantissime novità. Ancora complimenti. Non sapevo della K.16 e di altre cose che dite nessuno ne parlava. Quando uscirà il secondo volume?

22 gennaio 2017
Stefano Z.
Per certi personaggi – Mozart, Nietzsche – le lettere vanno prese con le pinze. I familiari le hanno distrutte, riscritte, manipolate… Le lettere note e pubblicate di Mozart non sono tutte quelle che lui scrisse…. La sorella di Nietzsche, di sicure simpatie proto-naziste – arrivò a pubblicare un libro “La volontà di potenza”, che è stato riconosciuto come falso solo negli anni 70. Insomma, le fonti vanno sempre studiate con cautela. E Bianchini e Trombetta fanno questo.

22 gennaio 2017
Simone P.
Ho letto il libro con curiosità ed attenzione. Pur da profano colgo la portata del contenuto della vostra ricerca. Vi ringrazio del lavoro svolto e aspetto il secondo tomo, annunciato nel primo ma non ancora prenotabile.

29 gennaio 2017
Nicola B.
Non vedo l’ora di leggere il secondo volume. Il primo lo letto in un attimo. Mozart è l’autore più rappresentato nella mia discoteca. Ho più di 200 cd. Adesso mi chiedo ogni volta che ascolto qualche lavoro di Mozart è lui l’autore oppure l’ha copiato da qualche altro autore? Ogni volta che le case discografiche pubblicano qualcosa di Mozart io, come penso altri corriamo a comprarlo anche se alla fine si tratta di lavori minori. Tutti convinti di in lavoro di in genio. Un genio che ha oscurato altri compositori che non si conoscono e magari meriterebbero più approfondimento. Adesso vedo Mozart come un compositore normale altro che genio. Certo che è stato un compositore sufficiente nemmeno in grado di eseguire un contrappunto o di leggere correttamente uno spartito, però bravo ad improvvisare. Ai nostri giorni il Salisburghese sarebbe stato un ottimo jazzista per la sua capacità di improvvisare. Non vedo l’ora di leggere il seguito del libro. Grazie agli illustri musicologi che mi hanno aperto la mente.

30 gennaio 2017
Nicola B. 
Consiglio a tutti di leggerlo e …le sorprese non mancheranno. Smitizzare il genio non è per niente facile e, dopo secoli di bugie due musicologi italiani dopo vent’anni di ricerche e sempre citando le fonti, hanno smascherato delle incrostazioni che davano di Mozart un compositore diverso da quello che i due
illustri hanno svelato. Non mi dilungo ma è un volume pieno di sorprese.

3 febbraio 2017
Dario B. 
Per me Mozart bisogna ascoltarlo, suonarlo, il libro mi
ha affascinato, Complimenti agli autori.

4 febbraio
Matteo C. 
Complimenti agli autori. Ora amo la musica di Mozart un
po’ più di prima. Attendo con trepidazione la seconda
parte.

25 febbraio
Alberto T.
Penso che sia importante conoscere il constesto sociale nel quale è vissuto un grande compositore qual’è stato Wolfgan Amadeus Mozart e soprattutto la sua vita a 360 gradi per comprendere il vero valore della sua produzione musicale

3 marzo
Andrea V.
Lo sto leggendo è molto interessante….credo che considerare mozart un po più umano me lo farà piacere di più …

4 marzo
Andrea C.
Mi avete distrutto un mito sono arrivato a Salisburgo per vedere dove abitava come fosse la sua città e ora vivo in un incubo !!!!!!

15 marzo
Michele S.
Gran bel libro! Complimenti agli autori.
Il secondo volume?
L’ho cercato in internet. Non vedo l’ora di leggerlo! e ancora complimenti!!!!

16 marzo
Gianni I.
A me pare che non siano né i nuovi Sgarbi, né picconatori come Cossiga, meno che meno i Biglino della musica. Ho letto il libro e non ho trovato niente che mi facesse pensare a quei paragoni. Dico solo che m’è piaciuto e aspetto di leggere il secondo.

21 marzo
Annamaria G.
L’ho letto tutto di un fiato. Coinvolgente, anche per le novità. Aspetto con trepidazione il secondo volume.

23 marzo
Andrea L.
Complimenti vivissimi. Ho sempre amato Mozart, cimentarsi con un lavoro del genere, soprattutto nel rivalutare tanti ‘miti’ talvolta poco documentati e cercare di inquadrare in maniera razionale è già di per sé un’impresa. E con un calibro del genere ancora.di più. Complimenti anche per il coraggio. Vi leggerò con molto interesse!

26 marzo
Achille T.
Libro fantastico!
aspettiamo tutti la Seconda Parte

27 marzo
Fabrizio B.
Un libro che mi è piaciuto, molto. Lo considero analogo a quelli di Mauro Biglino. Lui si occupa della Bibbia ma in fondo anche Biglino parla di caduta degli dei e libri come questi fatto molto discutere.

28 marzo
Nicola B.
Rettifico. Mozart mi è caduto dal cuore. Bravo compositore ma non genio, bravissimo a plagiare e copiare cose di altri. Tutte le lettere del padre Leopold sono state prese per buone senza andare a verificare le fonti. Consiglio a tutti di leggere Mozart la caduta degli Dei.

29 marzo
Edoardo B.
Recentemente nel mondo musicale italiano c’e’ stato molto rumore attorno al libro [Mozart la caduta degli dei] che sembra voglia ridimensionare la figura di Mozart. Oltre ai dibattiti sul web, durante i miei viaggi in Italia ho personalmente assistito ad alcune discussioni sull’argomento e sono stato più volte invitato ad esporre il mio parere. A dispetto della comunicazione di massa ormai prevalentemente gestita dal web e da Facebook e che inevitabilmente spinge verso gli opposti estremi del “giusto-sbagliato, vero-falso”, la questione sopra citata e’ complessa e non può essere semplificata. Essa assume contorni differenti se si discute di Mozart sul piano musicologico o su quello dell’immagine popolare acquisita dal compositore nell’ultimo secolo, attraverso l’esecuzione delle sue opere e l’opinione comune della critica musicale. In campo musicologico, penso che alla stragrande maggioranza degli studiosi sia ormai chiaro da oltre un ventennio che Mozart faccia parte dei compositori sopravvalutati, e questo senza nulla togliere al valore della sua produzione. La ricerca musicale ha riscoperto e sta riscoprendo molti altri compositori suoi contemporanei di assoluta levatura che, per varie vicende storiche sono stati dimenticati. In questo allargamento di visuale, Mozart non appare più come una meteora piovuta da un altro pianeta, dotato di genio sovrumano, ma come una delle perle che adornano una lunga e ricca collana. La breve e movimentata vita del salisburghese, tra l’altro, si e’ rivelata subito congeniale al gusto romantico del culto del Genio e del Fato, alimentando resoconti biografici ormai desueti, come il presunto avvelenamento da parte di Salieri, musicista acclamato e ricercato da mezza Europa, all’apice della sua carriera e con ben altro cui pensare che ingelosirsi di un Mozart.
Il discorso qui si allarga immediatamente, perché Mozart, come Bach, fa parte del “canone” ovvero della lista dei grandi compositori. Come mette in evidenza Bruce Haynes nel suo interessantissimo libro “The End of Early Music”, il canone non e’ stato il frutto di una ricerca sistematica e di una valutazione storico-estetica che ha studiato e messo a confronto compositori di vari paesi ed epoche, ma e’ nato “per caso”. Un esempio: pochi compositori italiani sono nel canone, in raffronto ai molti tedeschi. E la ragione sta semplicemente nel fatto che dal tardo Ottocento a tutto il Novecento la musicologia e l’editoria tedesca hanno avuto strumenti e risorse molto superiori a quelle italiane. Ancora oggi, dopo i fasti di Ricordi, l’editoria musicale in Italia e’ ridotta al lumicino. Una musicologia ed editoria forti hanno portato alla stampa, diffusione, esecuzione delle partiture e ad un loro ripetuto ascolto che per un secolo ha plasmato i gusti ed informato le modalità di ricezione del grande pubblico. A sua volta questo ha favorito un ritorno economico: riproponendo le composizioni e gli autori del canone, esso di fatto si autoalimenta. Se metti in cartellone una Passione di Bach o i Quartetti di Mozart, sei quasi certo di riempire la sala. Se proponi un oratorio per la Passione di Scarlatti o i Quartetti di Boccherini, probabilmente avrai in sala alcuni appassionati della “musica antica” ed alcuni studiosi. Il gradimento del pubblico alimenta il canone, portando più o meno tacitamente a ritenere Scarlatti e Boccherini dei “minori” la cui produzione non può essere messa sullo stesso piano di quella di Bach o di Mozart.
Anche sul piano musicologico c’e’ stato un elemento che ha fortemente influenzato la creazione del canone. Si tratta del concetto di “forma” elaborato dall’estetica romantica: la forma, la struttura, il modo con cui un brano musicale e’ costruito, e’ diventato il criterio più importante per valutare un’opera. La composizione ha valore se c’e’ una forma definita, complessa e ben elaborata. Questo asserto e’ divenuto il metro di giudizio per molti musicologi (e musicisti) nel corso del Novecento. Lasciando da parte la nota opinione di Stravinsky sui concerti vivaldiani, ricordo qui l’influente Storia della Musica per Tastiera nella quale Willi Apel ha applicato alla lettera questa pregiudiziale.
La musica tuttavia non e’ solo forma e la partitura non e’ la musica. La musica e’ anche comunicazione che avviene nel momento stesso dell’esecuzione. Posso tranquillamente stare seduto in poltrona e, leggendo un ricettario di cucina, in alcuni momenti avere l’acquolina in bocca; ma solo quando assaggio il piatto potro’ gustarne i sapori, “assaporarlo”. Come il ricettario non e’ il piatto pronto, cosi’ la partitura non e’ la musica e questa considerazione e’ particolarmente valida per il repertorio musicale italiano nel quale, per l’influenza del teatro e del melodramma, al momento esecutivo e’ riconosciuta la stessa importanza di quello creativo, ribaltando talvolta i rapporti tra forma e comunicazione.
C’e’ un secondo elemento che rafforza il sistema, forse non tanto a livello di ricerca musicologica, ma certamente a livello di ricezione popolare e di recensione critica. Ed e’ il concetto di auctoritas, Gli studiosi che con la loro ricerca sono divenuti piu’ o meno consapevolmente i padri fondatori del “canone”, per la stessa ragione sono diventati anche le “auctoritates” cui fare riferimento. Una posizione personale diversa dalle loro, anche se suffragata da una solida documentazione, viene vista immediatamente con sospetto, assai raramente discussa attraverso il confronto delle opinioni e l’analisi delle motivazioni, ma piu’ spesso liquidata mediante il deprezzamento di chi l’ha formulata.
Tuttavia anche il circolo vizioso del canone dei grandi compositori ha alcuni punti deboli. Primo fra questi e’ l’aver assuefatto il pubblico e l’orecchio all’ascolto di musica “tonale”. Cio’ significa che nel momento in cui viene proposta una composizione non rispondente alle attese indotte, la reazione e’ prevalentemente negativa perche’ un orecchio assuefatto al linguaggio tonale trova molta difficolta’ ad ascoltare qualcosa che “suoni” diversamente. Alla Scala un’opera di Verdi attira numeroso pubblico, una di Berg un po’ meno, una nuova opera di Stockhausen trova la sala semivuota. Attenzione: non si discutono o si criticano qui le scelte della Scala in se’ e le reazioni del pubblico, ma semplicemente si fa notare come questo sia conseguenza del “canone”. La stessa cosa accade se in un concerto d’organo, invece di Bach si suona Frescobaldi o Sweelinck (od anche Messiaen), il linguaggio dei quali non essendo tonale risulta difficile per orecchie abituate ai compositori “canonici”. La cosa diventa divertente, e talvolta patetica, quando anche i musicologi ci mettono del loro, pretendendo di dimostrare che la musica di un Bach sia molto piu’ elaborata ed evoluta rispetto a quella piu’ arcaica di un Frescobaldi.
Sarebbe come andare al Globe ad assistere ad un’opera di Shakespeare e, non conoscendo l’inglese, giudicarla di poco valore, od applicare il concetto di evoluzione all’arte. Quest’ultimo concetto, eredita’ romantica, si trova ancora oggi alla base di diversi libri di storia dell’arte nella stemperata versione di “progresso”.
Anche se potrebbe sembrare che nell’ultimo trentennio il nuovo approccio alla musica antica da una parte e il crescente diffondersi di concerti di musica contemporanea dall’altra abbiano indebolito il canone, esso in realta’ si e’ andato rafforzando e cio’ contemporaneamente al parallelo impoverimento dell’educazione musicale e della cultura in generale. Questa e’ la vera nota dolente che mi preme sottolineare: un’educazione musicale fatiscente a livello di base e lacunosa anche a livello di studi superiori non favorisce la curiosita’, il gusto della ricerca, dell’ascolto, del confronto e, da ultimo, la costruzione di un’opinione personale, ma coltiva gli stereotipi del sentito dire, del trovato sul web, de l’hanno detto alla TV.

29 marzo
Adriano B.
Dopo la diffidenza iniziale mi sono dovuto ricredere. Libro illuminante, che ha anche il merito di far riscoprire il mondo musicale ricchissimo e sottovalutato contemporaneo a Mozart.

29 marzo
Nicola B.
Purtroppo per anni abbiamo creduto al genio Salisburghese come a qualcosa di divino, di inumano; qualcuno lo ha persino definito alieno. Questo libro riporta Mozart con i piedi per terra, e speriamo che più gente lo legga. Sfatiamo i falsi miti e le bugie dei musicologi e nazionalisti tedeschi. Buona lettura.
2 aprile
Gabriele L.
Ho letto il libro, aspetto il secondo perché questo è fatto proprio bene. Complimenti vivissimi.
3 aprile
Luigi P.
Ho fatto conoscere il libro ai miei studenti. Ne ho letto delle parti durante le lezioni e ne abbiamo discusso. Un lavoro che deve essere conosciuto perché certo merita.
3 aprile
Gianni A.
Se tutti i libri di musicologia avessero questa costruzione con note per ogni concetto essenziale e collegamento alla fonte richiesta, saremmo messi bene. Purtroppo non è così e molti musicisti soprattutto insegnanti dovrebbero leggerlo per capire come deve essere fatto un testo di ricerca. Del lavoro ho apprezzato la chiarezza e la novità. Ho impiegato due settimane per smaltire l’arrabbiatura per tute le storie che mi avevano raccontato.
4 aprile
Giacomo F.
Ci sono cose davvero interessanti che ho letto per la prima volta. Strano che le fonti siano state lette alla tedesca e che nessuno si sia preso la briga di mettere assieme le contraddizioni che riguardano Mozart e i fatti favolosi che si raccontano sul genio, sul dio.
7 aprile
Fabrizio B.
Il libro ha qualche marcia in più rispetto a altre biografie che ho letto. Lo sapete che Biglino sta per uscire con un libro che si intitola la caduta degli dei come il vostro?
7 aprile
Gemma D.
Vi faccio i miei complimenti! Davvero un bellissimo lavoro.
8 aprile
Marco M.
Ottimo lavoro!
11 aprile
Pino B.
Senza togliere niente a nessuno, che sia però nessuno,e non si tratta neanche di fare revisionismo storico musicale mosso da vecchi rancori. I musicisti italiani sono state vittima di congiure e calunnie immeritatamente e quindi credo che sia giusto cercare di mettere le cose al proprio posto in particolare nel posto giusto,e a mio parere ci sono riusciti benissimo i musicologi Luca Bianchini e Anna Trombetta. Quello che dico è perché non avere un pizzico di orgoglio nazionale e incominciare a rappresentare anche i nostri grandi musicisti nei teatri oppure incidere dischi senonché cominciare a divulgare una storia più giusta nei conservatori, insomma a divulgare in tutte le forma possibile il loro operato. Alziamo la nostra asticella non dico al di sopra degli altri (che si sanno ben propagandare),ma basterebbe anche allo stesso livello, sempre senza togliere niente a nessuno.
21 aprile
Grazia T. 
Gentili autori, dopo la diffidenza iniziale, devo dire che il vostro libro, che sto leggendo è molto illuminante, ricco di note verificabili e non distrugge affatto il mio amore per Mozart. Lettura davvero interessante e molto piacevole. Complimenti.
23 aprile
Carlo B.

Lo sto leggendo. Mooooolto interessante. Svela tanti intrighi e mette in luce tante storie inventate su W.A.M.

4 maggio
Simone C.
È semplicemente stupendo! Impegno e professionalità che danno vita ad un prodotto di altissima qualità

10 maggio
Claudio C.
Certo che l’ operazione realizzata nel tempo da coloro che accarezzavano il mito di superiorità della Nazione Germanica è stato devastante per la nostra Cultura e dignità.Il bello è che tale aspirazione “asburgica” contina anche in sede econimica( Ue) con il contributo di servi e parvenu…La caduta degli dei dà un contributo per il ripristino di valori sottratti al pubto tale che ne è rimasta solo una sparuta memoria dei nostri connazionali…
Ottimi i due testi per cominciare a bucare la diga…

12 maggio
Giuseppe F.
Quando i libri saranno tradotti in tedesco (e inglese) scoppierà la 3a guerra…. europea!

13 maggio
Ino T.
Sulle tesi di Trombetta e Bianchini, discutibili quanto si vuole, si sono scatenati come dobermann. Rifiuto categorico di prenderle in considerazione, attacchi personali, insulti veri e propri. Disgustoso. Invece ci sarebbe tanto da capire.

15 maggio
Stelvio M.
Leggete “Mozart. La caduta degli Dei”, volume primo e secondo di Luca Bianchini e Anna Trombetta. Due libri che cambiano la Storia della Musica e che io appoggio incondizionatamente. Bravi!
16 maggio
Norma C.
Il secondo volume mantiene le promesse. Non so cosa resterà uguale a prima dopo questo terremoto !
16 maggio
Aldo M.
Ho letto il secondo volume. Ha quasi il sapore di un giallo e non vedevo l’ora di finirlo. Adesso lo rileggerò con calma, riguardandomi le note, ma la visione è completa. Perché non lo traducete?
17 maggio
Noemi P.
Andrebbe fatto un film. Terrebbe incollati gli spettatori se qualcuno avesse fantasia a sufficienza per creare una scenografia e i costumi del settecento. Ci avete pensato?
19 maggio
Sandro M. 
Lo sto leggendo: intrigante, appassionante, rivoluzionario, veritiero, trascinante.
21 maggio
Erika N.
Bello, anche il secondo. Avevo letto il primo e m’era piaciuto. Con il secondo tutto è più chiaro. Sono colpita da quello che hanno fatto e rigirato i musicisti in due secoli di storia. Dovrebbero vergognarsi, intendo quelli che per interessi di bottega hanno davvero messo a ferro e fuoco la nostra bella Italia.
24 maggio

Estevan S.
Grazie per avermi portato a conoscenza di splendida musica. Sto leggendo il secondo volume, sempre più appassionante!

24 maggio
Sophie B.
Questi due libri sono il risultato di una ricerca quasi ventennale che gli autori hanno pazientemente e accuratamente condotto nel campo della storiografia musicale. Il risultato è veramente lusinghiero per loro e, di riflesso, per noi italiani un tempo portatori di cultura e civiltà. Vi posso dire che la lettura è appassionante come quella di un thriller perché fa piena luce su di un illustre personaggio da sempre considerato genio inarrivabile della musica: Wolfgang Amadeus Mozart. E se così non fosse stato ? E se per esaltare lui avessero “assassinato” un altro e ne avessero occultato il corpo seppellendolo sotto un mare di scartoffie e menzogne ad arte costruite? E se la fama e la palma della gloria fossero state strappate ad un nostro connazionale? Le risposte sono tutte in questi due bestseller che hanno causato un vero e proprio terremoto in campo musicale. Io li ho letti, divorati con grande gusto e ne caldeggiato perciò la lettura, appassionante anche per i non-cultori del genere. E poiché ci sono ancora tanti segreti da svelare in campo musicale, attendo con ansia di poter leggere il prossimo “giallo”.

24 maggio
Silvio M.

Il primo l’ho letto. Del secondo sono già a buon punto. Li considero due capolavori.

20 giugno
Luigi P.
Finalmente ho capito cosa è la musicologia. Lo spiegano i due autori di un libro entusiasmante, ricco di notizie storiche, musicali, sociologiche, letterarie. La lettura apre la mente e mi ha fatto conoscere il vero Mozart, che non è certo quello che mi è stato raccontato a scuola. Alcuni capitoli sono sorprendenti, come quello sui quartetti, sui concerti, sul Requiem, sulla morte di Mozart e sui traffici dei falsari che hanno creato un mito.

20 giugno
Nicola B.
Oggi ascoltavo Rai Tre e dopo le 12 hanno trasmesso il concerto n° 20 per pianoforte e orchestra di WolFango. Sono felice che uscirà un altro volume dedicato ai concerti per piano e orchestra di WolFango. Comunque i DJ hanno dato le solite notizie fasulle e io ho ascoltato una messa di Cherubini con la pendrive. Il volume 2 della caduta degli Dei è entusiasmante più del primo. Ancora complimenti a Luca e Anna. Fantastici

20 luglio
Bruno G.
Con il vostro libro ho fatto un viaggio dove ho imparato più cose che in 10 anni di conservatorio.