SUPERSTIZIONE, CREDULITÀ E IGNORANZA

Einstein, il quale per bocca di Leopold accusa i napoletani di credulità, di superstizione, e di ignoranza, scrive in prefazione che Mozart è “divino”, e che ci appare come figura “quasi mitica”, e che le sue opere sono “i prodotti di una forza creativa semi-anonima”, che sconfinano in “concetti inesplicabili di eternità-arte”. Se non è credulità questa ! Eppure Alfred Einstein è riuscito a rimanere credibile dopo aver concentrato tali scemenze già nelle prime quattro righe del primo capitolo sul “viandante” Mozart. E continua a infilarcele in tutte le successive 508 pagine, tanto da essere considerato (ancora oggi) uno dei massimi studiosi mozartiani. Un chiaro punto di riferimento, questo Einstein, che dopo aver dato del negroide a Pergolesi, dello scribacchino al librettista di Paisiello, degli imbrattacarte agli operisti napoletani, ai musicisti di scuola italiana … conclude con la riflessione sullo “spirito del mondo” che si mostra nella musica di Mozart “puro suono obbediente alle leggi di un cosmo spirituale”. Ecco, tale l’inizio così la fine.

E il musicologo tedesco parla di superstizione napoletana. Invece di guardare la pagliuzza nell’occhio del fratello pensa alla trave ficcata nel tuo …