Il regime pretendeva d’esser messo a guardia dell’eredità culturale germanica. Non a caso il suo motto era Ehrt eure deutschen Meister (onora i nostri Maestri tedeschi) del poeta ciabattino Hans Sachs dei Meistersinger. Se Wagner era presentato ai tedeschi come profeta del nazismo, Bruckner ne divenne l’icona, Bach l’archetipo völkisch, Händel l’esempio di resistenza all’integrazione, Mozart il dio, Beethoven l’antesignano della volontà ferrea del Führer.

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