Razzismo in musica

(Pensiero della sera)
Per esaltare i compositori tedeschi, e demolire al contempo gli avversari, i musicologi di regime inventarono una serie di etichette: “Händel italiano” sostituì, quando possibile, il nome di Antonio Caldara, pur essendo quest’ultimo nato prima di Händel, “il Mozart di Valencia” fu messo al posto di Vicente Martín y Soler, nato prima di Mozart e più famoso di lui a Vienna; “il Gluck italiano” servì a porre nell’ombra Nicolò Jommelli, nato nel 1747 come Gluck, ma di razza mista. Perché allora non chiamare Johann Sebastian Bach “il Vivaldi di Eisenach”, considerate le numerose appropriazioni, Franz Joseph Haydn “il Sammartini di Rohrau”, o Beethoven “il Clementi tedesco”, visto che s’è formato sulle sue Sonate?

Luca Bianchini, Anna Trombetta, Mozart La caduta degli dei, volume II

Per approfondimenti, vedi Luca Bianchini, Anna Trombetta, Mozart la caduta degli dei parte seconda (2017) e Mozart la caduta degli dei parte prima (2016)

novità editoriale

Luca Bianchini, Anna Trombetta, Mozart il flauto magico, (2018)

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