Il quadro xenofobo, tracciato nel momento della sconfitta, era completato dal riferimento al noto episodio riportato dal biografo nazionalista Jahn, nel quale Mozart, ostacolato da Duport a Berlino, lo definisce un “brutto ceffo celtico che da anni mangiava pane tedesco, arrangiandosi a parlare, o storpiare, la lingua germanica come glielo consentiva il suo grugno francese”