di Leopold Mozart
(BD I, 168)

Di seguito è riportata in caratteri blu la lettera di Leopold Mozart da Napoli alla moglie a Salisburgo del 9 giugno 1770, come è stata pubblicata in Wilhelm A. Bauer e Otto Erich Deutsch, Mozart Briefe und Aufzeichnungen.

Tra parentesi quadre sono le parti aggiunte, le quali comprendono i titoli dei paragrafi, e alcune spiegazioni dei termini o delle parole; in coda alla lettera ci sono i nostri eventuali commenti e gli interventi dei lettori; il testo originale è evidenziato in giallo, i nomi delle persone in blu. Segue il link alla lettera con i tagli e i cambiamenti come è pubblicata nella biografia di Mozart del 1828 attribuita a Nissen.

Luca Bianchini, Anna Trombetta


[LEOPOLD MOZART ALLA MOGLIE A SALISBURGO]

À Madame / Madame Marie Anne / Mozart / à / Salzbourg
Napoli, addì 9 junii 1770

Ora comincia a fare caldo; eppure oggi ho messo ancora un vestito di panno, ma indosso non avevo altro che una camicia. Così, a poco a poco, ci alleggeriamo. Stiamo in buona salute, grazie a Dio. L’altro ieri abbiamo pranzato da Mr. Mericoffre [MM corregge in Meuricoffre senza segnalarlo in nota] che vi saluta entrambe, e ieri, e oggi, per colpa dei giorni tristi di digiuno dei quattro tempora, a mezzogiorno abbiamo pranzato dal signor barone Tschudi; anchegli vi saluta tutte e due.

Avrai ricevuto di sicuro la mia del 5 corrente, come le altre del 19, 22, 26 e 29. Qui difficilmente riceveremo una tua lettera di risposta alla mia prima da Napoli; visto che è già stabilito che partiremo o il 16 con il Procaccio o il 20 con il postale. Troverò dunque le tue lettere a Roma. Se rispondi subito quando ricevi questa lettera, potrò ancora avere la tua risposta a Roma, o il signor Marcabruni me la rimanderà.

Prima di partire, ti scriverò ancora una o 2 volte e ti comunicherò dove inviarmi le lettere. In un certo senso è un peccato che non possiamo fermarci qui più tempo perché d’estate ci sono varie cose interessanti da vedere; e di settimana in settimana è possibile ammirare un continuo mutamento di frutti, di erbe e di fiori.

La posizione di questo luogo, la sua fertilità, la vivacità, le rarità ecc., cento belle cose fanno triste la mia partenza da Napoli; la sporcizia, la folla di mendicanti, il popolo orrendo, anzi, il popolo senza dio, la cattiva educazione dei bambini, l`incredibile trascuratezza persino dentro le chiese, fanno sì che lasciamo di buon cuore anche le cose belle.

Porterò con me non solo tutte le curiosità locali riprodotte in molte belle incisioni, ma ho ricevuto da Mr. Meuricoffre anche una bella collezione di lava del Vesuvio, ma non lava che chiunque può trovare con facilità: ma pezzi scelti, con addirittura la descrizione dei minerali che vi sono contenuti; pezzi rari e non facili da trovare. Se Dio ci concede di tornare sani e salvi, vedrai delle belle cose.

Saluta da parte nostra tutti gli amici e le amiche dentro e fuori casa, e rimanete entrambe in salute. Vi baciamo 1000 volte e sono il
vecchio Mozart

In questo momento il nostro domestico mi informa che, come speravo, la Sedia è a mia disposizione. Partirò dunque il 20 con il postale e sarò a Roma in 26 ore, mentre con il procaccio avrei dovuto trascorrere 4 giorni e mezzo su queste strade, che sono certo belle, ma fornite solo delle locande più orrende, che il signor Meisner [MM corregge in Meissner senza segnalarlo in nota], al quale mandiamo i nostri saluti, potrà descriverti.

La Sedia appartiene al Generale dei padri Agostiniani. Domani pranzeremo al convento dei padri Agostiniani à S. Giovanni à Carbonaro, perché vi daranno una grande festa.

Oggi abbiamo visto le esercitazioni di tiro del reggimento degli svizzeri che s’è fatto molto onore e di cui è colonnello il padre di Mad[a]me Tschudi; i reggimenti italiani non sono molto meglio delle nostre 2 compagnie militari urbane.

La settimana entrante visiteremo il Vesuvio, le 2 città sepolte, dove vengono dissotterrate intere abitazioni del tempo antico, poi Caßerta [MM corregge in Caserta senza segnalarlo in nota] ecc., insomma tutti quei luoghi notevoli dei quali possiedo già le incisioni.

Non potevo descriverti in breve le superstizioni orribili e la grande quantità di empie idolatrie alle quali il popolo si abbandona. Nel frattempo fatti raccontare qualcosa dal signor Meisner [MM corregge in Meissner senza segnalarlo in nota]. Ma non credere che esse contraddistinguano solo il popolo dei Lazaroni [MN corregge in lazzaroni senza segnalarlo in nota], no! Anche le persone distinte sono piene di superstizione.

Saprò raccontartene a sufficienza. E non è certo cosa da poco sentire qualcuno che invoca Dio in questo modo: Che Iddio chieda a San Gennaro [nella lettera è scritto “Januarium”] di aiutare quel tale in questa circostanza o in quell’altra.

Confronto con la versione di Nissen

Lettera di Leopold del 9 giugno 1770 immagine di un lucchettopubblicata nel 1828 a nome di Georg Nikolaus Nissen.


Bibliografia

per un’introduzione all’epistolario mozartiano vedi Luca Bianchini, Anna Trombetta, Mozart la caduta degli dei;
questo è il ms autografo della lettera di Leopold Mozart
al Mozarteum di Salisburgo;
per un’edizione inglese delle lettere vedi Hans Mersmann, Letters of Wolfgang Amadeus Mozart.

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Mozart, lettera del 9 giugno 1770
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Mozart, lettera del 9 giugno 1770
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"la sporzicizia, la folla di mendicanti, il popolo orrendo, anzi, il popolo senza dio, la cattiva educazione dei bambini, l`incredibile trascuratezza persino dentro le chiese, fanno sì che lasciamo di buon cuore anche le cose belle".
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